giovedì 21 luglio 2005

1.

Esiste una contraddizione intrinseca e non risolvibile fra democrazia e libertà di coscienza da un lato e l'imperio sulle anime e sui corpi che la chiesa cattolica pretende di esercitare dall'altro. Esiste una asimmetria fra noi che riconosciamo legittimità a ogni pensiero che non neghi la legittimità degli altri pensieri (salvo poi combatterli) e il pensiero cattolico che rifiuta radicalmente la possibilità di essere posto sullo stesso piano degli altri pensieri (che accetta sì il dialogo, ma solo per convincere). Questa asimmetria, semplicemente, non è sanabile. Se il conflitto rimanesse allo stadio di dialogo, magari fra sordi, poco male. Il guaio è che diventa impossibile persino la convivenza quando in virtù di un pensiero che non accetta competizione, la Chiesa pretende di limitare le scelte anche di quanti non condividono il suo pensiero. E badate bene che chi ha deciso di aprire il conflitto su questa contraddizione non siamo stati noi laici, ma Ratzinger invitando i non credenti a comportarsi "come se Dio esistesse", perché l'unico fondamento possibile per l'etica è, sempre secondo Ratzinger, il pensiero cattolico. Perché la Chiesa ha deciso di intraprendere questa che ha tutta l'aria di voler essere una "battaglia finale"?Perché è arrivata a dire che la genetica è una "patologia della ragione" che mette in pericolo la dignità umana e la sacralità della vita? La genetica e la scienza in genere ci mettono di fronte all'evidenza che non c'è soluzione di continuità fra l'uomo e il resto degli esseri viventi. L'uomo non ha alcun diritto di chiedere per sé un posto privilegiato in questo mondo, eppure se ne è appropriato totalmente. Affermare la non separazione fra uomo e natura porta non alla creazione di ibridi e chimere, ma alla riscoperta attraverso la scienza della sacralità della natura. Significa scoprire l'immanenza del trascendente (perdonatemi l'ossimoro). Significa tornare a vedere nella bellezza una epifania della divinità. Significa tornare ad affermare, come facevano i pagani, l'empietà dei cristiani che negano la sacralità della natura.Perché considerare un crimine distruggere un embrione umano e cioè quattro cellule che hanno la consapevolezza di un'ameba, mentre invece viene considerato normale macellare un maiale che ha l'intelligenza di un bambino di tre anni? Qui si salda l'alleanza fra questa Chiesa e l'ordine mondiale basato sulla crescita continua, quello che non può permettersi neanche di immaginare alcun limite al consumo, e che per questo non può permettere che il consumatore percepisca la relazione fra la fettina nel domopack e il vitello sottratto alla madre e macellato. Ma proprio questa alleanza pone la Chiesa in difficoltà, proprio quando percepisce l'idea del limite e vede che la distruzione delle risorse ambientali sta compromettendo l'esistenza di miliardi di uomini ai quali continua a dire "andate e moltiplicatevi", ai quali continua a vietare l'uso del preservativo, ai quali non sa dire altro che "l'amore al di fuori del sacramento del matrimonio è peccato". Uomini e donne che volentieri accetterebbero il purgatorio in una vita ultraterrena pur di evitare l'inferno in questa. Ma che possiamo avere a che fare noi con una Chiesa che ha santificato chi negava la morfina ai malati terminali perché sosteneva che il dolore"avvicina a Cristo"? Che possiamo avere a che fare noi con una Chiesa che nel suo nuovissimo catechismo (quello distribuito negli autogrill) ancora non è capace di dire "no senza se e senza ma" alla pena di morte?